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L’arte della vecchiaia

L’arte della vecchiaia

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La svolta nella rappresentazione dell’individualità, che si compie, come ho accennato, nel suo ultimo periodo, è legata al condizionamento dell’arte della vecchiaia. La vecchiaia, dice Goethe, è un graduale ritirarsi del fenomeno. Quanto più invecchiamo, tanto più per così dire si paralizzano reciprocamente le variegate esperienze, le sensazioni e le sorti che hanno affollato il nostro cammino attraverso il mondo. Tutto ciò forma il nostro “fenomeno” nel senso più ampio, in cui ogni linea è una risultante del nostro Io autentico e delle cose e degli eventi che accadono intorno a noi.

L’arte della vecchiaia non ha nulla a che vedere, eccetto il nome, col soggettivismo della giovinezza. Quest’ultimo è infatti un’appassionata reazione contro il mondo o uno spensierato godersi la vita senza freni: la soggettività della vecchiaia è invece un liberarsi e un ritrarsi dal mondo, dopo che lo si è accolto in sé come esperienza e destino.

G. Simmel, Rembrandt.

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