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La prima radice

I gatti e l’arte

 

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Il sodalizio del soriano con l’umanità intendendo in maniera paritaria tutti gli esponenti della razza umana, ha radici molto lontane…era un avo degli odierni soriani quel felis silvestris libyca, diffusosi nel nord Africa che venne addomesticato nel 2000 a.C. in Egitto,

Successivamente penetrò e si stabilì clandestinamente in Europa e attraverso le navi fenicie sbarcò sulle coste a noi più vicine. Tempi duri vennero poi per lui nel Medio Evo, in cui riuscì a ritagliarsi uno spazio grazie alle sue capacità di cacciatore di topi. In epoca rinascimentale l’avere in casa un bel gatto pasciuto che si leccava i baffi davanti all’uscio, serviva per innalzare lo status del borghese. Tra gli animali domestici fu il più raffigurato, protagonista indiscusso dell’arte figurativa e scultorea egizia, presente nei mosaici ed affreschi pompeiani, Leonardo Da Vinci lo definì “il capolavoro della natura” e realizzò “la vergine ed il gatto” datata 1480-83; l’opera “madonna della gatta” -Federico Barrocci. 1598 fu commissionata da Papa Clemente VIII; nel dipinto “l’ultima cena” di Jacopo Bassano (1542) non sfugge ad uno sguardo attento il cane accovacciato ai piedi di Gesù, mentre il gatto la cui espressione appare malvagia, striscia accanto alt raditore Giuda, ed ancora i “gatti che litigano” di Francisco Goya, 1786; datata 1913 la tela di Chagall “Parigi dalla finestra” con felino in primo piano posizionato sul davanzale.

Non ci si può scordare del gatto in letteratura, elencando alcune delle opere più siginficative: “il gatto nero” di R. M Rilke; “poesie per un gatto” di Vivane Lamarque: “la gatta” di Umberto Saba: “il gatto con gli stivali” di Perrault; i personaggi del Gatto e della Volpe nel “Pinocchio” di Collodi.

Stefania Isabella